Carne bovina infetta venduta come pregiata

Testata indipendente registrata al Tribunale di Napoli n.14 del 10/02/2014

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Carne bovina infetta venduta come pregiata

Ennesimo attentato alla salute degli italiani mangiatori di carne. Sequestri Nas in tutta Italia. Coinvolte ventuno province e dodici regioni. Imprenditori senza scrupoli, pur di arricchirsi, producono carni adulterate.

I carabinieri del Nas di Perugia hanno avviato settantotto decreti di perquisizione e sequestro in ventuno province da nord a sud dopo indagini concernenti la commercializzazione di bovini infetti e con marchi contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata. Province interessate dall’operazione sono: Avellino, Arezzo, Bari, Foggia, Latina, Lodi, L’Aquila, Matera, Perugia, Pesaro, Padova, Potenza, Pistoia, Roma, Rieti, Terni, Siena, Torino, Viterbo, Verona. Non c’è che dire: un’Italia imprenditoriale unita nel crimine alimentare.

Sequestrati quattro milioni di euro. 65 indagati. Sono stati posti sigilli a quattro aziende agricole ritenute colpevoli di associazione per delinquere finalizzata alla commercializzazione e macellazione di bovini infetti e con marche auricolari contraffatte. Sono impegnati nell’operazione circa trecento carabinieri del nucleo antisofisticazioni. Le Regioni interessate nei provvedimenti sono: Umbria, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Lombardia, Abruzzo, Marche, Basilicata, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte.

L’indagine iniziata nel 2011, è stata condotta dai carabinieri del Nas Perugia e dalla Procura umbra nel corso della quale è stato scopeto un primo traffico di bovini colpiti da malattie infettive per opera di aziende dell’Italia meridionale e insulare. Le bestie erano avviate alla macellazione per opera di due aziende, una perugina e l’altra aretina. Complici: allevatori, medici e veterinari che riuscivano a eludere i controlli sanitari cosicché i bovini apparivano sani. In seguito, nel 2013, sequestrate quattro aziende agricole e cinquecento bovini. Nell’organizzazione criminale erano coinvolti a vario titolo cinquantasei allevatori, tre autotrasportatori, sei medici veterinari delle Asl del centro-sud (L’Aquila, Perugia, Arezzo, Potenza, Foggia, Matera) dedite alla falsificazione di passaporti e marche auricolari.

Pensare che simili crimini accadano nonostante l’articolo 32 della Costituzione reciti: “L’Italia tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.

Come se non bastasse la cadaverina insita nelle carni, tali attentati alla salute pubblica sono persistenti, radicati. Basti ricordare gli scandali Parmalat e Cirio: criminali truffe alimentari come quella del vino al metanolo che nel 1986 seminava morte tra i consumatori, quella degli “ovo-prodotti” (2005) emersa grazie alle indagini dei Carabinieri, in cui ben nove aziende usavano uova adulterate per produrre dolciumi. Poi, il terrore della mucca pazza, l’influenza aviaria, la pandemia dei polli, tra i virus più mortali, che ancora oggi, incombono sull’umanità e l’epidemia “Spagnola” che durante la Prima Guerra Mondiale fecero venti milioni di morti, la pasta prodotta con farina infestata da vermi. I biscotti alle uova marce. Il tutto è fatto in spregio della Costituzione e salute degli italiani. Questa non è certamente l’Italia desiderata dagli italiani onesti e perbene.  

Salvatore Cuozzo Ciaravolo

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