Testata telematica registrata al Tribunale di Napoli n. 14 del 10/02/2014
Giornale imparziale, popolare, di facile lettura
Quindicinale imparziale, popolare, di facile lettura. (Denunce, idee, opinioni, notizie scelte. Approfondimenti e informazioni non strettamente legati all’attualità).
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“Il buon giornalista è imparziale. Racconta il malfatto e l’eventuale benfatto di tutti a prescindere da idee politiche e religiose proprie e altrui”.
Imparziale significa essere in buona fede, ossia niente partito preso, né faziosità, né partigianeria. Pertanto imparzialità e buona fede sono inscindibili. Allo stesso modo inscindibili sono parzialità e cattiva fede.
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“Se la libertà significa qualcosa, allora significa il diritto di dire alla gente cose che non vogliono sentire”. (George Orwell)
Saremo, come detto, imparziali. Racconteremo e criticheremo mai per partito preso, né con faziosità, né con partigianeria. Mai pregiudizi idioti o strumentali. Lo faremo senza guardare in faccia nessuno come conviene a giornalisti con la cosiddetta schiena dritta mai genuflessi a chicchessia come insegnano veri maestri di giornalismo. Saremo democratici, umanitari e/o cristiani, pacifici, avversi a ogni forma violenza, razzismo e ingiustizia.
“Se non potete eliminare l’ingiustizia, almeno raccontatela a tutti” (Alì Shariati.)
Saremo il fiato sul collo degli amministratori, il loro cane da guardia come ama dire Marco Travaglio. Useremo un linguaggio semplice, comprensibile anche da chi sappia leggere appena.
Lo faremo ricordando Montanelli: “La differenza fra chi scrive per i suoi lettori e chi scrive per altri si nota subito”. Il primo parla chiaro e lo capiscono tutti, il secondo parla in codice e lo capisce solo che lo deve capire”.
Lo faremo ricordando altresì Benedetto Croce: “Ogni mattina il buon giornalista deve dare un dispiacere a qualcuno”.
Lo faremo con i nostri modesti mezzi economici, conoscenze, esperienze, ma dietro esempi, insegnamenti e il conforto di Giornalisti Maiuscoli.
Consapevoli delle difficoltà che incontreremo, iniziamo quest’avventura in sorta di rodaggio con carattere prevalentemente locale, periodicità quindicinale e con l’intento di essere oltre che imparziali, alternativi, mai banali, né omologati dando per questo voce e credito a quanti in ogni campo propongono professionalità utili al progresso civile, culturale ed economico di Napoli e provincia, della Campania, dell’Italia e possibilmente oltre, scevri da parzialità, razzismo, oscurantismi e dilettantismi in ambito artistico, culturale, politico deleteri per i destini della nostra città, dell’Italia e oltre.
L’editore e direttore responsabile
Salvatore Cuozzo