Serena Autieri eccellente sciantosa al Teatro Augusteo fino al 16 dicembre

Come far rivivere un mito. Serena Autieri, in scena al Teatro Augusteo nello spettacolo “La Sciantosa” spopola nelle vesti di Elvira Donnarumma. Spettacolo scritto da Vincenzo Incenzo, diretto dal regista Gino Landi e prodotto da Enrico Griselli marito della brava artista partenopea. Repliche fino al 16 dicembre.

Elvira Donnarumma, forse la più passionale fra le donne di spettacolo della Belle Epoque, tra cui Amalia Faraone, Anna Fougez, Lina Cavalieri, Olimpia Davigny, Rosa de Saxe, Cleo de Merode, Ersilia Sampieri, Joly Fleur, Leda del Cigno, Lucy Charmante, la Bella Otero che seppe conquistarsi un posto tutto suo nel cuore del pubblico, interpretando i testi carichi di sentimento e nostalgia delle più famose canzoni della tradizione napoletana, con notevole grazia e con una sensualità morbida e mai sfacciata.

L’Autieri interpreta felicemente simili brani tradizionali fra cui il suo “cavallo di battaglia”, “Capinera” (da cui il soprannome “Capinera napulitana”), Reginella, ’O surdato innamurato,Comme facette mammeta”, “I’te vurria vasà”, “Guapparia”.

Serena impersona magnificamente la regina dei caffè concerto albori del 900. Racconta attraverso il suo percorso artistico, la storia di un’intera generazione femminile. Generazione che sfruttando la propria bellezza, un pervicace esibizionismo e un certo talento, sognava di riscattarsi dalla povertà e di sottrarsi a pesanti vincoli familiari attraverso lo spiraglio ammiccante e perlopiù illusorio del debutto sulle scene, delle tournèe in posti sempre nuovi, in cui costruirsi un’identità diversa, finalmente appagante e ricca del consenso di danarosi ammiratori.  

Brava e convincente la prova dell’Autieri che sa infiammare la platea come il suo personaggio, specialmente quando interpreta “Nini Tirabuscio’ “, la sciantosa napoletana per antonomasia che rese celebre la fatidica “mossa” (inventata da Maria Ciampi), assurta a emblema della seduzione teatrale, nel favoloso cocktail di varietà, ballerine, cantanti, musica, piroette e lustrini che ha reso indimenticabile il cafè chantant: la Donnarumma è indicata come la “prima influencer”, non solo per l’innegabile talento che decretò il suo trionfo ma anche per la capacità di esercitare una grande attrazione su uomini e donne e dettare la moda del momento ponendosi come un modello di emancipazione femminile da desiderare ardentemente o cui ispirarsi nei gesti e nell’abbigliamento.

Ottima la direzione musicale di Enzo Campagnoli e la “prova d’autore” dei maestri musicisti che accompagnano la show woman, tra cui il pianista Enzo Campagnoli, il sassofonista Gianni Minale, il batterista Antonio Muto, il chitarrista Claudio Romano, il contrabbassista Antonello Buonocore.

Una citazione a parte merita l’eccellente performer Alessandro Urso che funge da mirabile trait d’union fra le varie parti dello spettacolo, valorizzato dal light design di Luigi Della Monica e dai fantastici costumi di Clelia De Angelis che fasciano la protagonista in modo molto seducente: altra annotazione di colore è data dalla disinvoltura con cui la primadonna scende in mezzo agli spettatori, coinvolgendoli nello show e incitandoli a scattarsi foto e selfie insieme a lei, in un’atmosfera di grande allegria che fa schizzare vorticosamente il polso della serata e scatena applausi a non finire.

Di Laura Caico

 

 

 

 

 

 

 

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