L’INTUIZIONE ISTINTUALE: OPERA D’ARTE, ATTO CREATIVO, OPPURE ELABORAZIONE DELLA CREATIVITA’

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L’intuizione istintuale. Elemento fondamentale è distinguere se un’opera d’arte sia lo scaturire di un atto creativo oppure  elaborazione della creatività.

Elio Bava

L’atto creativo di un’opera d’arte è lo sprigionarsi immediato, la contemporaneità dell’apparire nella mente della forma e l’esecuzione della stessa in un disegno, un dipinto o un ‘immagine.

Questo avviene come risultato di una intuizione istintuale che cattura il ‘quid divinum’ confermando  l‘assenza di un carattere logico intellettivo, perchè teoretico, quindi spirituale,  rivelando nell’atto  creativo la porta d’accesso  alla più alta possibilità di conoscenza, da parte dell’essere umano, del trascendente.

Mentre tutto questo non avviene nell’opera d’arte quando questa è frutto della creatività: qui l’arte si esprime elaborando  e adattando, in un tempo, la forma  ad un contenuto che già esiste nell’esperienza.

Ma che cosa suscita l’opera d’arte a chi la osserva? In  genere bisogna dire che l ‘opera d’arte, in qualunque tempo sia stata eseguita, è sempre un presente; anche quando essa sia stata eseguita in tempi precedenti, ha la capacità di emergere dal passato e di attualizzarsi nella interpretazione emotiva del presente da parte di chi ascolta, guarda, legge, perchè la rivisita e rivisita l’idea  dell’autore  che ha avuto come mezzo l’opera d’arte: quindi  l’idea  che vive nell’ opera d’arte è sottratta al tempo.

Ma quali sono le differenze tra le diverse forme dell’opera d’arte? Quali reazioni suscitano? Si possono distinguere tre differenti modalità di esecuzione di un’opera d’arte  e poi si possono associare a queste le varie espressioni artistiche, cioè  la pittura, la musica, la poesia,  la scultura, etc. Le modalità di esecuzioni sono, appunto, tre. 1  riproduttiva. 2 creativa. esecuzione di un atto creativo

1 Nella modalità riproduttiva l’opera d’arte è: a – imitativa-cosciente: cerca cioè di copiare quanto più fedelmente è possibile la realtà b – il pensiero è razionale: l‘oggetto è accolto passivamente, provoca ammirazione per il talento d’artista che ha la capacità di riprodurre fedelmente un paesaggio, un viso, o un qualunque elemento presente in natura; c – provoca – nell’ammirazione – il sentimento positivo del bello, espressione dell’intelletto pratico guidato dalla tecnica d  – la ragione nell’armonia  riconosce i canoni della perfezione,  perchè avvalorati dall’esperienza.

2 Nella creatività c’è: a – immaginazione, fantasia e originalità con cui  l’intelletto si esprime b –  l’opera è mediata dalla logica e dalle gerarchie associative, ed  è condizionata dal pensiero storico filosofico che fornisce alla creatività nuovi elementi, partecipando appunto alla storia c – il pensiero è cosciente e riflessivo d – nell’esecuzione è possibile apportare correttivi e – La creatività suscita a chi la osserva i sentimenti di gioia, dolore, inquietudine, quindi attiva il pensiero.

3 Esecuzione di un atto creativo A – è caratterizzata da assenza di intervento logico-intellettivo, quindi non cosciente. b – contemporaneità di esecuzione tra l’apparire della forma teoretica e l’oggetto c – assenza di riflessioni d – non vi sono correttivi e -nessun elemento è riferibile all’esperienza.

La percezione intuitiva esclude l’atto  logico come intuizione intellettiva. L’opera d’arte proveniente da un atto creativo provoca uno stupore immediato che non è accolto dal pensiero in forma passiva; ad esempio concedendosi al bello o alla considerazione di quanto sia bravo l’ artista. Infatti lo stupore genera un pensiero attivo, in quanto il pensiero in primis si interroga, ed è proprio in questo interrogarsi che emerge una ricerca verso il proprio sentire che non sappiamo spiegare cosa sia, perche è nuova esperienza, perchè è un nuovo apparire nel mondo e il nostro pensiero, anche se non traduce, ne prende atto e ne attesta l’esistenza.

La verità sta prima, sta in quello stupore interrogativo che il nostro spirito accoglie, non tanto l’opera come semplice oggetto sottoposto alla critica della logica che può spiegarne da varie angolazioni il contenuto, la forma, ma non quel ‘quid divinum’ che l’ha prodotto e che emerge dall’opera nel suo insieme, al di là del soggetto rappresentato, al di là dell’oggetto. Ma se abbiamo il dono di cogliere il ‘quid divinum’ è perché non solo possediamo la percezione dell’ istinto e un pensiero che può  raccoglierlo; ma vuol dire che abbiamo la possibilità di varcare il perimetro della fisica ed entrare nell’area del trascendente ed è questa la vera natura dell’uomo. Di ELIO BAVA

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