Un parterre aristocratico. Folla di blasonati per il cocktail inaugurale della mostra “Pipppa di Artista” di Nicola Rivelli in corso al Museo Filangieri di Napoli fino al 29 gennaio 2017
Dopo il successo della precedente esposizione a Pechino ed a Napoli nella sede del Museo Archeologico Nazionale “MANN”, dei “Cosmic Bullets” – vasi di ceramica dorata che incarnano gli stati d’animo e le emozioni più intime ed occulte del nostro tempo, presenti anche in questa occasione – l’artista, napoletano verace, classe 1955, posillipino doc, reduce da una luminosa ascesa nell’Olimpo degli artisti della repubblica cinese è ormai lanciatissimo anche in terra natìa.
Il versatile Maestro, che riversa nelle sue opere – come il “Polipo Napoletano” e la “Medusa” eseguiti a Napoli prima della partenza per la Cina – un intenso vissuto, ha nel suo curriculum molte e variegate esperienze di vita: appartenente a una nota famiglia di industriali e imprenditore lui stesso, azionista del Calcio Napoli e appassionato seguace della squadra del cuore, dopo aver prestato servizio nel Parlamento italiano come deputato durante la XII legislatura, ha seguito la sua crescente vocazione artistica, trasferendosi in Oriente, dove ha maturato l’ispirazione da cui sono scaturite le creazioni, neo concettuali per stile e contenuti, oggetto della mostra.
Tra gli intervenuti all’inaugurazione, il Conte Gianpaolo Leonetti presidente del museo civico Filangieri con le contesse Stella e Lisi Leonetti, Cookie Rivelli, l’ex Console della Lettonia Randa Ghattas, Paolo e Donatella Rivelli, il prefetto Rino Monaco, il pm Nicola Miraglia del Giudice, il gallerista Paolo Bowinkel, Danilo Ambrosino, Luigi Angrisani, la gioielliera Carla Della Corte, Generoso Di Meo, Luigi Palmieri, Ianuaria Piromallo, il prof Luigi d’Angelo, il prof. Giuseppe De Rosa, Colette Conforti, Vittorio Guida, Carmen Matacena, Anna Corsicato, la professoressa Elvira Chiosi, Paolo De Lucia.
Ad accogliere tutti, il simpatico protagonista dell’incontro – in continua alternanza fra la terra di Partenope e la Cina dove nel corso degli ultimi anni ha inanellato una serie di eventi a latere del suo percorso artistico che ne hanno messo in luce la complessa e solare personalità – volto rinomato delle cronache mondane degli anni ’80 e ’90: dotato di non comune ironia, Rivelli aveva realizzato un formidabile exploit all’inizio della sua carriera scultorea donando al Comune di Napoli la statua degli « Eroi napoletani» del periodo ’93-2010 ovvero l’era di Antonio Bassolino, prima sindaco di Napoli e poi governatore della Campania, senza peraltro che nessuno degli assessori della giunta Iervolino si rendesse conto della beffa implicita nella dedica dell’opera, raffigurante un Vesuvio bronzeo fatto di immondizia con un volto umano che emerge, straziato, dal vulcano-discarica.
Memorabile fu anche il commento della critica Carla Travierso «il bronzo è sostanza nobile di una civiltà che il malgoverno delle istituzioni locali ha contaminato con tonnellate di rifiuti, dalla quale emerge la figura di un uomo che la storia renderà Eroe. È il cittadino napoletano, affondato nella lordura fino al collo, crivellato dai proiettili di false promesse». Il verace spirito napoletano di Rivelli, archiviate le allusioni politiche, continua a plasmare opere che esprimono i complessi e delicati equilibri esistenziali del nostro tempo. Come egli stesso afferma in merito alle opere esposte in “Pipppa di Artista” “ La pipa o pipppa nell’immaginario dialettale napoletano è metafora delle infinite relazioni tra corpi e sessi, nel quale la pausa o “sospensione nel tempo” propria di una fumata di pipa, mi ha ispirato immagini grottesche e surreali dell’esistente in cui ho sintetizzato esperienze plastico – impressioniste della tradizione partenopea con le avanguardie cinesi degli ultimi decenni, con particolare riferimento alle forme “pop” largamente diffuse nel loro “immaginario visivo” fino ai nostri giorni. Prendendo spunto proprio dal rito della “fumata di pipa” dei tradizionali messaggi di meditazione e pausa del vivere quotidiano, cerco di indurre alla riflessione – tra realtà e paradosso – per rallentare il tempo nella folle corsa che attraversa spazi e dimensioni sempre più virtuali”.
Laura Caico
