Papa Francesco fa centro: “La società corrotta puzza”. Parole forti e chiare e i media minimizzano

???????????????????????????????Il pontefice a Scampia, quartiere di Napoli nato da annose inettitudini municipali, da corruzione e dal malaffare politico-amministrativo pone l’accento sulla corruzione. “La corruzione puzza. “La società corrotta puzza”. “Un cristiano corrotto non è cristiano”

Usa parole semplici il Santo Padre. Vuole farsi capire da tutti. Non parla in codici. Lancia un forte e chiaro monito alla politica irresponsabile e a quella corrotta o che si lascia corrompere a danno della comunità: del bene comune.
La corruzione – dice Francesco – è uno scivolamento verso gli affari facili, verso la delinquenza, verso i reati, verso lo sfruttamento delle persone”.
“Quanta corruzione c’è al mondo – esclama il Papa – la corruzione è una parola “brutta” perché una cosa corrotta è una cosa sporca”. Poi dietro metafora espressiva aggiunge: “Se troviamo lì un animale morto che si corrompe. E’ corrotto. E’ brutto. Ma anche puzza. La corruzione puzza e la società corrotta puzza. Un cristiano che lascia entrare dentro di se la corruzione non è cristiano. Puzza! Capito?”

Bergoglio ha di conseguenza detto: “Se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo il lavoro e la dignità alla gente, come si chiama questo? Si chiama corruzione e tutti abbiamo la possibilità di corromperci. Nessuno può dire “io mai sarò corrotto”. Il Papa ha pertanto invitato alla pulizia delle anime, della città, della società affinché scompaia la puzza della corruzione. Il Pontefice ha dunque fatto centro. Ha indicato nella corruzione il cuore, la causa principe responsabile dei mali che affliggono Scampia e la stessa Napoli così come altre comunità con a capo la disoccupazione, l’indigenza, l’emarginazione, da cui tanti disperati cittadini sono fatalmente ghermiti dai tentacoli della malavita in tutte le sue forme.
L’arcivescovo di Napoli cardinale Crescenzio Sepe nell’accogliere il Papa a Sampia ha detto: “Nei suoi primi due anni di pontificato, Lei ha mostrato di conoscere il linguaggio del cuore per parlare alla gente, il linguaggio dei napoletani. Napoli le piacerà e con essa i napoletani e Le verrà il desiderio di ritornare. Lo speriamo – ha terminato Sepe – perché le vogliamo bene e sentiamo che lei è uno di noi”.
Sul tema micro-violenza, micro-criminalità, e della camorra il Pontefice ha detto: ”Il male non abbia mai l’ultima parola. Chi prende la via del male, ruba un pezzo di speranza a se stesso e a tutti, alla buona fama della città e alla sua economia. Nello stesso tempo ha indicato il male della disoccupazione in modo speciale per i giovani. Per il Papa ciò denota una grave disfunzione per la quale bisogna fare i cambiamenti necessari. Con la mancanza di lavoro la persona perde la dignità e rischia di cedere a ogni sfruttamento fra cui il lavoro nero definito da Francesco “una vera schiavitù”: “Chi fa questo e dice di essere cristiano è un bugiardo”.
In coerenza al discorso corruzione che tutto inficia, il Papa prima di lasciare Scampia, ha chiesto alle istituzioni di Napoli impegno attivo poiché una comunità non può progredire senza di ciò. Per il Papa “la buona politica” è servizio alle persone, che si esercita soprattutto a livello locale, dove il peso delle inadempienze, dei ritardi, delle omissioni fa male. “La buona politica è una delle espressioni più alte della carità, del servizio, dell’amore” dice Bergoglio. Ai napoletani aveva detto: “Non lasciatevi rubare la speranza”. Infine il Papa ha salutato in napoletano come usa fare il Cardinale Sepe. “Ca ‘A Maronna v’accumpagne!” Santità, i napoletani sperano da sempre ma purtroppo invano che le istituzioni facciano i loro sacrosanti doveri.
Il Pontefice ha in seguito celebrato messa sull’altare allestito davanti alla basilica di San Francesco di Paola nella grande piazza del Plebiscito alla presenza di oltre 60mila persone.
Francesco ha pranzato con i detenuti del carcere di Poggioreale e condannato di nuovo le condizioni pessime in cui spesso si trovano gli istituti penitenziari non solo italiani ma di tutto il mondo. Riguardo al reinserimento dei carcerati ha detto: ”Occorre lavorare per rendere le carceri luoghi d’inclusione, non di emarginazione e di stimolo per tutta la società perché sia più giusta e maggiormente attenta alle persone.

di Salvatore Cuozzo

Nota. Lasciano “stupefatti” i titoli di taluni giornali “autorevoli” di questo tipo. Papa Francesco: “Reagite alla camorra”. Eppure il Papa ha parlato soprattutto di corruzione. “Stupisce” altresì che anche certe televisioni abbiano tergiversato sulle parole del Pontefice, come se avesse incentrato il suo discorso non sulla corruzione bensì sulla camorra e come se la camorra non fosse il risultato ma la causa dei mali di Napoli. Questo a tutto vantaggio di amministratori e politici inetti che possono così continuare a dormire sonni tranquilli alla facciaccia della speranza da non perdere invocata dal Papa. Santità, i napoletani sperano da sempre ma purtroppo invano che le istituzioni facciano i loro sacrosanti doveri compiutamente.

 

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