Scampia: metafora di una Napoli penosamente disgregata

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Scampia, quartiere in eterna attesa di sogni chiamati civismo, opere pubbliche, lavoro. Dominano abbandono, trasgressioni selvagge, miserie morali e materiali di ogni sorta.

Stazione del Metrò Piscinola-Scampia penosamente fatiscente. Realizzazione dell’Università ferma al palo. Traffico automobilistico e soste selvagge. Fuochi artificiali fatti esplodere in piena notte: nessuna forza dell’ordine vi pone la parola “fine”. Solito campo Rom dai fuochi virulenti insediatosi abusivamente sulle carreggiate dello svincolo Scampia della Tangenziale Napoli Est che impedisce la circolazione di auto, avvelena con fuochi dai fumi alla diossina cancerogeni l’aria delle case, i polmoni dei residenti e le coltivazioni di frutta e verdura circostanti.

Si tratta del peggiore esempio della “Terra dei fuochi” essendo nel cuore dell’abitato. Crimine noto da decenni dall’ottava Municipalità irresponsabilmente inerte nonostante sia preposta alla tutela del territorio, della salute pubblica e del rispetto delle regole urbane, da parte di tutti. Compreso i Rom. Verso i quali non c’è alcun pregiudizio da parte nostra, tranne che non possono e non devono appestare l’aria. I cittadini si chiedono, dove siano i vigili urbani?

Ma non è vero che gli amministratori di Napoli navigano nell’inettitudine totale. In una cosa eccellono: mentire spudoratamente al Popolo Sovrano, sbandierare buoni propositi senza realizzare mai nulla. Qualora realizzino un’opera o una riqualificazione, le abbandonano immediatamente al degrado e vandalismi distruttivi, mancanti come sono di ordinaria manutenzione e soprattutto vigilanza. Anche qui i cittadini esasperati si chiedono, dove siano i vigili urbani? Fra le opere avviate e mai terminate, oltre all’università, la vergogna delle famigerate Vele, aree verdi, parco pubblico fatiscenti, lampioni nei viali del quartiere distrutti da atti vandalici. Il tutto mostrato senza vergogna dagli amministratori. Continuiamo a osservare come gli amministratori di Napoli si fanno beffe dei cittadini.

Restiamo a Scampia. Rechiamoci al capolinea del metrò collinare Piscinola-Scampia. Dirimpetto all’uscita principale, dominano due enormi cartelloni pubblicitari. Occupano le intere facciate di due edifici popolari speculari di tre piani posti ai lati di un viale fiancheggiato da altri edifici. Manifesti menzogneri, offensivi all’intelligenza di chi legge tranne che si viva nell’oblio assoluto. (Vedi foto)

Primo manifesto BENVENUTI A SCAMPIA BASTA CREDERCI E TROVI UN MARE DI BENE A SCAMPIA il secondo manifestio è scritto nientemeno in inglese come se a Scampia ci fossero maree di turisti . WELCOME TO SCAMPIA IF UOU BELIVE IN SCAMPIA YOU WILLFIND A SEA OF LOVE Frasi definite addirittura massime eterne nonostante non siano confortate dalla realtà. Geniale pensata dell’ottava Municipalità (Piscinola, Marianella, Chiaiano) del Municipio di Napoli e del Centro Hurtado.

A questo penoso scenario si è accodata anche la dirigenza del Metrò collinare. Vediamo come. Stazione Piscinola-Scampia. Interviste ai passeggeri. Giovanni: tempo fa avevo urgente bisogno di usare i servizi igienici. Chiesi a due addetti ai tornelli, dove fosse la toilette. Mi risposero che non c’era. Indispettito dalla risposta assurda, esclamai: “E’ impossibile che non ci siano”. Risposta, ci sono ma fuori uso. (Vedi foto) Andai via incavolato nero. Viaggio per l’Italia. Non ho mai incontrato disservizi simili in altre città, diversamente causerebbero proteste di massa. Credetemi questi misfatti inauditi accadono impunemente solo a Napoli.

Da una lettera inviata alla nostra redazione da Maurizio: Vengo spesso a Scampia. Ho degli amici veri e interessi personali. Per farlo uso di solito il metrò perché questa città condiziona anche l’utilizzo dell’auto. Ogni volta non posso fare a meno di avvertire su me stesso il degrado che opprime questo quartiere a poca distanza da Capodimonte, Colli Aminei, Vomero. Scendo al capolinea Piscinola-Scampia.

Subito mi si presentano transenne di un cantiere abbandonato in attesa di chissà quale evento miracoloso per il completamento di un progetto di arredo urbano costato denaro pubblico e che ora vegeta nella cronica giustificazione della mancanza di fondi, in attesa di un nuovo stanziamento, dove salteranno fuori i soliti avvoltoi per accaparrarsi la preda.

Provo a servirmi degli ascensori. Sono due entrambe fuori uso da vari mesi con buona pace di anziani, persone con disabilità e mamme con bimbi. Le poche volte che ho potuto servirmi degli ascensori erano sozzi e fetidi di urina, così le scale le cui pareti sono imbrattare con centinaia di scritte. Nessuna vigilanza.(Vedi foto) Nessun controllo. Nessuna manutenzione. Tutto alla faccia della civiltà.

Per accedere nel metrò, attraverso un percorso obbligato e transennato, causa un cantiere per la realizzazione di un mega struttura con scale mobili, opera apprezzabile e utile se realizzata ma penosamente abbandonata. Sembra un campo di prigionia. Struttura architettonica che un’altra città avrebbe completato da tempo ma qui siamo a Scampia e Napoli, dove cultura, commercio, turismo sono chimere. (Vedi foto) Uscito dal metrò, mi vedo circondato da degrado, fatiscenze e atterrito da manifestazioni d’inciviltà: traffico di auto impazzite, caos, disordine, e trasgressioni selvagge d’ogni sorta, aspetto con pazienza un autobus per recarmi a destinazione dagli amici. Intanto penso che in oltre venti anni questo quartiere invece di evolversi è regredito ulteriormente.

Al ritorno, con mia tantissima audacia, decido di raggiungere il metrò a piedi attraverso il lungo, desolato parcheggio occupato da poche auto di proprietari evidentemente autolesionisti. Se lasci l’auto in sosta puoi trovarci la sorpresa. Se non si fanno incontri pericolosi ti si avvicinano sistematicamente ragazzi allucinati da droghe per chiederti soldi o sigarette. Se non sei gentile o rifiuti rischi come minimo invettive violente. Lungo il cammino cocci di vetro da estrazioni. Il cadavere spiaccicato di un gatto perfettamente amalgamato all’asfalto. Risaltano i suoi denti. Sterpaglia, rifiuti di ogni genere.

Telecamere e personale adibito al controllo? Macché. Eppure il parcheggio è a pagamento. All’ingresso c’è un casotto con due addetti. Fino a pochi mesi fa bisognava fermare l’auto e pagare tramite loro. Pagavano tutti. Ora l’ingresso è libero. Ci si procura il tikett per la sosta tramite una colonnina interna al parcheggio, pertanto, pagare o no, è come libertà di scelta. E i due signori nel casotto? Non solo non riscuotono più le tariffe d’ingresso ma a detta di loro stessi non fanno alcun controllo. Per paura aggiungono. All’ ingresso principale pedonale non solo nel casotto non c’è più nessuno addetto al controllo, ma è abbandonato, degradato, fatiscente. Proseguo con passo accelerato e allarmato verso la stazione, poi, un manifesto mi rincuora. Raffigura il logo del monopolio di stato, come la striscia che compare sui pacchetti di sigarette, c’è scritto “Stato di degrado monopolio fiscale”. Penso fortunatamente non sono il solo a sentirsi male. Spero che denunce simili servano a sensibilizzare il nostro sindaco De Magistris che ho votato. Napoli avrà mai amministratori capaci di rendere la città compiutamente urbana e pertanto efficiente, produttiva e prospera?

 

di Salvatore Cuozzo

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