Apre a Napoli A Cammisa, artigianalità sartoriale

Apre a Napoli A Cammisa, artigianalità sartoriale per l’eleganza. Apertura al pubblico sabato 11 novembre ore 18: camicie artigianali in via Petrarca, 35

Napoli, sappiamo che ha sempre avuto nel mondo una immagine  di grande professionalità nel campo sartoriale, sia per i vestiti che per le camicie, cravatte ed altri accessori, tanto da far tornare a Napoli l’arte sartoriale della camicia, espressa in tutta la sua artigianalità anche de visu al cliente amante di una camicia perfetta in stoffa, taglio, cucitura, misurazioni per il raggiungimento della massima vestibilità che raggiungono anche oltre tre sedute, per offrire poi a chi indossa questo prodotto finito, il piacere del made in Italy ed in particolare del made in Naples. L’idea nasce e si realizza sabato 11 novembre, con l’apertura al pubblico di un laboratorio di camicie artigianali, “a’Cammisa” in via Petrarca, 35, adiacente al bar Petrarca, dalle ore 18.00, in un parco privato, con quattro vetrine, un ingresso affascinante ed una buona possibilità di parcheggio auto. L’atelier è diviso in due zone una nella quale troviamo un gran bel laboratorio dove è possibile osservare signore mentre tagliano e cucionoe poi quella di immagine dell’atelier molto elegante e sobrio dove il cliente,uomo o donna, potrà scegliere fra una gran varietà delle migliori stoffe, bastoncino, tinta unita ed altro, tutte italiane, come anche per i bottoni ed altri accessori molto particolari che si desiderano per la fattura del capo che verrà realizzato. Gennaro Varchetta, titolare, ideatore e realizzatore dell’atelier ci racconta: ”Ho sempre avuto la passione del vestire bene,già in giovane età amavo vestire abiti confezionati artigianalmente, come camicie e cravatte che posseggo oltre 200 di Marinella e tutto questo ha segnato la mia mente ed il mio pensiero che era da tempo quello di poter realizzare quello che oggi ho creato per dare modo a me di concretizzare un sogno ed al tempo stesso di fare continuare a Napoli il vivere una tradizione della sartoria espressa con successo nei secoli. Occupandomi, sin dai miei primi anni di lavoro, di ristorazione e da anni con la conduzione del mio ristorante –D’Angelo Santa Caterina-, ho avuto l’opportunità di conoscere persone di noto spessore nel mondo delle varie culture e professionalità che Napoli possiede. Personaggi che amano oltre che mangiar bene, come io esigo personalmente che avvenga quando entrano nella mia struttura lavorativa, con un annesso servizio di accoglienza ed ospitalità che rendono felice prima me che tengo tanto a tutto questo.Si è così accesa una lampadina che mi ha portato a poter offrire al napoletano che desidera anche vestir bene l’opportunità di scelta di una raffinata camicia. Ho inoltre scoperto che a Napoli nella zona di apertura di “a’Cammisa” non esisteva un atelier con laboratorio, ed ecco quindi la mia presenza con qualcosa che non è il tradizionale andare dalla camiciaia con sede in un ufficio o appartamento o negozio per fare le operazioni necessarie per costruire una camicia, scegliere stoffa, prendere misura ed andare a ritirarla, ma nel mio atelier è possibile vedere anche come viene tagliata la stoffa scelta, come viene composta artigianalmente. Saranno visibili i fondamentali quattro passaggi a mano, il bottone magari di madreperla, ben curato, una stoffa di cotone italiano e molto ben curata nelle asole ed in tutti i particolari che il vero artigianato in questo settore richiede. Poi si passa alla consegna che ovviamente richiede una adeguata scatola elegante ed originale, ma il tutto contenuto in un prezzo equo che sarà un ottimo rapporto qualità – prezzo”. In una città dove è carente l’occupazione, in particolare quella dell’artigianato, sorge subito una domanda che abbiamo posto a Varchettain merito alla possibilità di produzione e Gennaro risponde: “abbiamo fatto un businnesplan che prevede il taglio di un minimo di dieci camicie al giorno, e questo momento di aperitivo e di benvenuto di sabato 11, sarà un approccio da parte di persone che vogliono conoscerci, con una accoglienza e presentazione, ma sono certo che già subito il loro interesse sarà tanto che torneranno ben presto, per essere da noi accolti al fine di esaudire e capire i particolari e altre curiosità che certamente nasceranno verso un prodotto che apparirà subito unico ed inconfondibile e che potremo spiegare con più calma”.

Gennaro Varchetta, intende dunque riportare alla luce e consolidare ancor oggi la tradizione sartoriale partenopea riconosciuta in tutto il mondo. Quella storia iniziata nel 1351, anno di nascita della “Confraternita dei Sartori”, nel periodo in cui Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie, era il punto di riferimento della moda e del costume, al pari di Londra e Parigi.In tanti ancor oggi ricordano la notoriapresenza a Napoli di altri sarti, anche inglesi, che giungevano anni addietro nelle strade più frequentate dalla nobiltà, per ammirare, osservare attentamente e prendere spunti per la loro professione, dagli abiti indossati da personaggi che vestivano il manufatto di noti nomi di maestri sartoriali come:Mariano Rubinacci,Iovine,Cesare Attolini, Luigi Borrelli, Mario Muscariello,Isaia Napoli,Davide Tofani,EddyMonetti, Mario Valentino,  Kiton ed Eugenio Marinella,per il quale ricordiamo anche per la sua unicità nel modo delle cravatte, che otre che bellissime, rappresentano capi unici che ogni amante del buon vestire dovrebbe averne almeno qualcuna nel proprio guardaroba per i momenti più importanti della propria vita. 

Giuseppe De Girolamo

 

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