Le battaglie di Lepanto al Museo del Mare di Napoli

Nell’ambito degli Stati Generali del Mare promossi dal Comune di Napoli. Inaugurata la mostra Le battaglie di Lepanto al Museo del Mare di Napoli fino al 30 ottobre e presentato l’omonimo libro a cura di Antonio Mussari

A partire da una delle più importanti battaglie della nostra storia, una riflessione sul presente e sul confronto tra la civiltà occidentale e quella islamica. L’assessore del Comune di Napoli con delega al Mare, Daniela Villani, sul Museo: un grande patrimonio culturale che andrebbe valorizzato a livello nazionale.

Napoli, 7 ottobre 2017 – «Un museo piccolo, con un grande patrimonio culturale e molto attivo. Dovrebbe essere valorizzato anche a livello nazionale. Siamo felici che la mostra e il libro presentati oggi facciano parte del nostro programma di eventi degli Stati Generali del Mare» così  Daniela Villani, assessore del Comune di Napoli con delega al Mare, in occasione della sua prima visita al Museo del Mare di Napoli per Le battaglie di Lepanto, il volume e la mostra iconografica a cura del direttore Antonio Mussari.

La mostra (sino al 30 ottobre) raccoglie ventidue immagini di opere d’arte che ricostruiscono la storia alla battaglia di Lepanto (1571) e custodite in diversi musei del mondo. Rapida la dinamica della battaglia navale che in sole tre ore si risolse con la schiacciante e inaspettata sconfitta della potenza musulmana contro quella cristiana. In mare c’erano da una parte 216 galee e 56 galeotte dell’impero ottomano comandate dal sultano Mehemet Alì Pascià, e dall’altra  le199 galee e 6 galeazze comandate da  Don Juan de Austria per la Lega Santa.

Dopo l’ intervento di Mussari sulle galee e sulle galeazze che determinarono la memorabile vittoria della potenza cristiana, il professore di Storia del Mediterraneo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Guglielmo de Giovanni Centelles, ha parlato del ruolo del Mediterraneo, luogo di incontro ma anche di scontro per le diverse civiltà e culture. Un nesso tra passato e presente da non dimenticare: «Si fa storia per rispondere all’urgenza delle domande dello spirito dell’oggi» ha commentato lo storico che del libro di Mussari firma la prefazione. E ha aggiunto: «Con questo volume e da questa rassegna iconografica ci poniamo una domanda urgente che interessa l’Italia e Napoli in particolare. È possibile costruire un Mediterraneo di pace? La storia del Mediterraneo, lunga diecimila anni, è una storia che deve farci riflettere e rispondere alle domande del presente. Noi siamo il punto focale di incontro con la cultura islamica».

Molto apprezzato dal pubblico che ha affollato la sala, anche l’intervento della professoressa Maria Antonietta Selvaggio dell’Università degli studi di Salerno sul confronto tra le due differenti tradizioni storiografiche del vinto e del vincitore, che ha spiegato anche l’origine del plurale nel titolo del progetto «La battaglia di Lepanto fu una sola, ma il libro e la mostra portano il titolo al plurale per evidenziare la molteplicità di rappresentazioni della battaglia». Come ha inciso nella storia di Oriente e di Occidente la battaglia di Lepanto? «In genere si conosce la storia raccontata dai vincitori. Quella dei cristiani, dell’Occidente, che conosciamo bene, si è propagata attraverso un diluvio di stampa, di racconti, di opere d’arte, di rappresentazioni pittoriche proposte anche nella mostra che inauguriamo oggi. La stampa propagandistica, soprattutto, si prodigò in una abbondanza di opuscoli che diffondevano in tutta Europa l’eco della vittoria». Dal canto suo, invece, l’Impero ottomano – ha spiegato Selvaggio – censurò il dolore, ridimensionò la sconfitta, privilegiò un racconto consolatorio della storia per mantenere forte il mito dell’impero. Significativo il contenuto della lettera che il Sultano indirizzò al Visir: “Gli esiti di una guerra sono incerti. Il volere di Dio si manifesta in queste occasioni, come appare nello specchio del nostro destino”. Non avendo arte figurativa ed essendo vietata la stampa, l’impero ottomano tranquillizzò la popolazione, mantenne buoni rapporti con i veneziani residenti a Istanbul per commerci, riconoscendo l’importanza degli scambi economici con i vincitori d’Occidente.  «Al contempo però – precisa la storica – si esaltò l’orgogliosa ricostruzione della flotta pesantemente distrutta e si punirono con la morte i responsabili della disfatta».

Infine, la giornalista Armida Parisi coordinatrice dell’incontro, ha ricordato le piccole storie che nascono in quelle grandi e il legame di Napoli con la battaglia di Lepanto, fortissimo e ancora oggi presente: dalla chiesa di Santa Maria della Vittoria, in piazza Vittoria, alla partecipazione della famiglia Caracciolo alla battaglia, fino ai pellegrinaggi e gli speciali riti per la Madonna del Rosario nella basilica di Pompei. La giornalista ha anche anticipato un ulteriore progetto legato alle Battaglie di Lepanto: il 28 ottobre alle 11 sarà presentato al Blu di Prussia a Napoli il suo racconto Maria la bailadora alla battaglia di Lepanto con tavole di Daniela Valentino.

Museo del Mare di Napoli – via di Pozzuoli, 5 – All’interno dell’Istituto Tecnico Nautico “Duca degli Abruzzi” Tel. 081.7624980 – 3491882181 – www.museodelmaredinapoli.it

Apertura mostra: 7 ottobre – 30 ottobre 2017.

Orari: Da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 18.00. Sabato dalle 9.00 alle 13.00.

Domenica su appuntamento.

L’ingresso alla mostra è gratuito. Per visitare il Museo si chiede un contributo.

Il volume Le battaglie di Lepanto, a cura di Antonio Mussari e con ricerca iconografica di Francesca Testa, è in vendita presso il Museo.

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