Carne bovina infetta venduta come pregiata: ennesimo crimine alimentare

belgian_blue2Ennesimo crimine alimentare ordito da imprenditori senza scrupoli. Ennesimo attentato alla salute degli italiani mangiatori di carne. Sequestri dei Nas in tutta Italia. Coinvolte 21 province e 12 regioni. Non c’ è che dire Italia imprenditoriale unita nel malaffare. Solita storia. Imprenditori senza scrupoli pur di arricchirsi non esitano a rovinare la salute degli italiani mettendo sulle loro tavole veleni di ogni tipo, come se non bastasse la cadaverina insita nella carne

I carabinieri del Nas di Perugia hanno avviato settantotto decreti di perquisizione e sequestro in ventuno province da nord a sud dopo indagini concernenti la commercializzazione di bovini infetti e con marchi contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata. Non c’è che dire Italia imprenditoriale unita nel crimine.

I Nas di Perugia hanno avviato settantotto decreti di perquisizione e sequestro emessi dalla Procura della Repubblica in ventuno province da nord a sud dopo indagini concernenti la commercializzazione di bovini infetti e con marchi contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata. Province interessate dall’operazione sono: Avellino, Arezzo, Bari, Foggia, Latina, Lodi, L’Aquila, Matera, Perugia, Pesaro, Padova, Potenza, Pistoia, Roma, Rieti, Terni, Siena, Torino, Viterbo, Verona. Non c’è che dire: un’Italia imprenditoriale unita nel crimine.

cartainfettaSequestrati quattro milioni di euro. 65 indagati. Sono stati posti sigilli a quattro aziende agricole ritenute colpevoli di associazione per delinquere finalizzata alla commercializzazione e macellazione di bovini infetti e con marche auricolari contraffatte. Sono impegnati nell’operazione circa trecento carabinieri del nucleo antisofisticazioni. Le Regioni interessate nei provvedimenti sono: Umbria, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Lombardia, Abruzzo, Marche, Basilicata, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte.

L’indagine iniziata nel 2011, è stata condotta dai carabinieri del Nas Perugia e dalla Procura umbra nel corso della quale è stato scopeto un primo traffico di bovini colpiti da malattie infettive per opera di aziende dell’Italia meridionale e insulare. Le bestie erano avviate alla macellazione per opera di due aziende, una perugina e l’altra aretina. Complici: allevatori, medici e veterinari che riuscivano a eludere i controlli sanitari cosicché i bovini apparivano sani. In seguito, nel 2013, sequestrate quattro aziende agricole e cinquecento bovini. Nell’organizzazione criminale erano coinvolti a vario titolo cinquantasei allevatori, tre autotrasportatori, sei medici veterinari delle Asl del centro-sud (L’Aquila, Perugia, Arezzo, Potenza, Foggia, Matera) dedite alla falsificazione di passaporti e marche auricolari.

L’opinione. In quale Italia viviamo? Quale Italia vogliamo?

Vogliamo l’Italia dell’impunità? L’Italia dove piccoli ladri di polli per fame marciscono in galera mentre autori di grandi crimini la fanno franca? Vogliamo un’Italia dove parlamentari e politici tacciono su questi scandali o fanno finta di contrastarli affinché nulla cambi? Vogliamo un’Italia di politici collusi o conniventi con impreniori del malaffare o nel migliore dei casi incapaci di lavorare per un’Italia onestà e giusta?

Non dovremmo invece ascoltare quanti in politica vogliono realmente scacciare gentaglia simile dal Parlamento?

E’ certamente questione di elettorato che vive nell’oblio. Eppure per comprendere e cambiare basterebbe leggere il “Pinocchio” di Carlo Collodi. Basterebbe riconoscere la perfidia del Gatto e la Volpe, ascoltare la fatina Azzurra, ma soprattutto acclamare il  “Grillo…” parlante e l’Italia assumerebbe il volto dell’onestà.

Basti ricordare gli scandali Parmalat, Cirio, criminali truffe alimentari come quella del vino al metanolo che nel 1986 seminava morte tra i consumatori, quella degli “ovoprodotti” dicembre 2005 emersa grazie alle indagini dei Carabinieri, in cui ben nove aziende usavano uova adulterate per produrre dolciumi alla faccia della salute dei consumatori.

Poi, il terrore della mucca pazza. L’influenza aviaria, la pandemia dei polli tra i virus più mortali, che ancora oggi, incombe sull’umanità. E’ simile all’epidemia “Spagnola” che durante la Prima Guerra Mondiale fece 20milioni di morti, la pasta prodotta con farina infestata da vermi. I biscotti alle uova marce.

L’elenco di questi crimini responsabili delle peggiori malattie è lungo. Il tutto è fatto in spregio alla salute degli italiani da imprenditori senza scrupoli che pur d’arricchirsi, non esitano a mettere sulle tavole di noi consumatori, sostanze tossiche, letali.

Impossibile fidarsi. Distinguere industrie alimentari criminali dalle oneste. A confondere le idee ai consumatori ci pensa anche la pubblicità ingannevole. 2010, una nota società olearia si pubblicizza parlando di “spremute d’olive”. Spremuta d’olive è unicamente l’olio ottenuto dalla prima spremitura a freddo, non quello si seconda, terza, quarta premitura a caldo e sovente con aggiunta d’additivi…

per questi motivi dovremmo rivolgerci al biologico, sia a tutela della salute nostra e ancor più dei nostri figli, sia per consentire ai produttori del biologico, attraverso una maggiore domanda, l’abbassamento dei prezzi di frutta, ortaggi e della carne, sia per dimostrare alle imprese alimentari truffaldine di non essere stupidi o sprovveduti.

 

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